Allenarsi senza un chiaro obiettivo stagionale, una scadenza data da una gara, può essere difficile. Un obiettivo temporale aiuta a motivarsi ed a visualizzare meglio la propria meta. Insomma un bel cerchietto sul calendario aiuta a concretizzare i propri intenti. Non averne può essere destabilizzante ed ancora peggio può essere allenarsi con il tarlo che quella gara, forse, verrà annullata, posticipata, riprogrammata. Ecco perché bisogna cercare di staccarsi un pochino da questa logica, soprattutto in questo momento storico, ponendosi degli obiettivi prestativi intermedi. Ed in questo la palestra può aiutare.
In fondo questa situazione non è molto diversa da quella che molti atleti che hanno il clou stagionale compreso tra aprile ed agosto vivono in inverno, periodo dell'anno in cui le vere gare sono lontane o sono vissute spesso come "surrogato" delle competizioni vere, meno importanti. In che modo l'allenamento in palestra può aiutare in un periodo di off-season? Perché i miglioramenti si vedono molto velocemente, soprattutto in un atleta di endurance, anche se trattandosi di uno di quelli che la forza in qualche modo la allena tutto l'anno. Durante il periodo in cui le gare sono più rade e meno stimolanti, il volume di allenamento specifico può calare un pochino, lasciando del tempo in più per allenare tutte quelle componenti che per vari motivi vengono trascurate, come la forza appunto.
Ecco che allora porsi l'obiettivo di aumentare di 10 kg il proprio massimale oppure il numero di ripetizioni (di qualità) in un certo esercizio a corpo libero nel giro di poche settimane, se non giorni, può essere davvero molto stimolante e incentivante ad allenarsi di più e soprattutto meglio. Se poi l'allenamento della forza in palestra viene pianificato, monitorato ed eseguito con logica, il transfert sulla prestazione specifica sarà immediato o quasi, rendendone i benefici ancora più tangibili.
Cosa è necessario fare per pianificare, monitorare ed eseguire un programma di allenamento della forza in palestra con logica? Te lo dico sinteticamente:
1) Valutare la qualità dei movimenti in esercizi base, come ad esempio lo squat, l'affondo, i piegamenti sulle braccia, il plank, ecc;
2) Sulla base di quest'analisi individuare le criticità sia tecniche che a livello muscolare ed articolare (rigidità, debolezze e fragilità);
3) Scegliere gli esercizi di forza e mobilità più indicati per superarli;
4) Registrare in forma numerica i livelli di partenza in questi esercizi (kg sollevati, ampiezza del movimento, ecc);
5) Monitorare la qualità del movimento durante gli allenamenti, quindi ripartire dal punto 1.
Facile no?
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