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Immagine del redattoreAlberto Lentola

Il programma di allenamento perfetto

Stai cercando il programma di allenamento perfetto che ti porti a migliorare il tuo personal best della maratona? Oppure che ti permetta di correre più a lungo e finalmente partecipare all'ultra trail a cui punti da tanto? Semplicemente non esiste. Ed adesso ti spiego perché.



La cosa che tutti noi come appassionati di corsa abbiamo fatto è sfogliare l'ultimo libro scritto da il tal allenatore famoso, magari dell'atleta che ha appena vinto la maratona di New York, alla ricerca della tabella di allenamento. E poi ci si confronta finite le gare con gli altri, cercando di carpire il segreto che li ha portati a correre 5'' al km più forte di noi. Dal giorno dopo si cambia programma, inserendo le ripetute magiche del nostro avversario e ci si aspetta di andare più forte. Magari la cosa funziona anche, per un po'. Poi non si migliora più oppure non si riesce a sostenere i nuovi allenamenti.


Se anche tu hai fatto così e non ha funzionato il motivo è semplice: non sei uguale al tuo avversario e tanto meno all'atleta che ha vinto l'ultima maratona di New York. Scommetto che a quest'ultima cosa ci avevi pensato, avevi fatto le adeguate proporzioni tra il suo tempo ed il tuo tempo obiettivo, ma comunque non ha dato i risultati sperati.


Te lo ripeto diversamente: nessuno è uguale a nessun altro. Addirittura nessuno è uguale al se stesso di una settimana prima, quindi lo stesso allenamento che aveva portato a miglioramenti la settimana prima, andrà cambiato perché possa produrre nuovi adattamenti.


La chiave è questa, personalizzare il programma alla propria situazione di partenza, portarlo avanti con costanza ed impegno, rispettando i tempi di lavoro e di recupero e poi riadattarlo alla nuova situazione, alla nuova condizione fisica che si viene a creare dopo un congruo periodo di tempo. E non ultima cosa, fare la cosa che funzionano, le cose che la scienza (la fisiologia, la biomeccanica, la nutrizione) ha provato che funzionano per la disciplina, per la distanza sulla quale ti vuoi preparare, senza copiare quello che fanno gli altri, che è la strada più breve alla frustrazione o peggio, all'infortunio.

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