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Immagine del redattoreAlberto Lentola

La preparazione fisica: nasce prima l'uovo o la gallina?

Cosa determina la modalità di allenamento di un atleta di un qualsiasi sport? Ovvero: da dove bisogna partire per pianificare l'allenamento?


La risposta facile facile è il modello di prestazione. Si tratta dell'analisi e riduzione a modello di come si svolge la gara di quel determinato tipo di atleta, basandosi su movimenti tipici, tempi e modalità di corsa/spostamento, pause, spazi da percorrere, ecc. Più personalizzata è quest'analisi sullo specifico atleta da allenare, maggiore potrà essere la personalizzazione delle scelte dei metodi e mezzi di allenamento. Nello sport moderno esistono due figure principali all'interno dello staff che segue ed allena l'atleta: l'allenatore, che si occupa di tecnica e tattica, ed il preparatore fisico, che si occupa appunto dell'allenamento fisico degli atleti, del miglioramento del della loro forza, della mobilità, della velocità, delle loro abilità motorie, in ultima analisi della loro capacità prestativa,

Il preparatore fisico deve conoscere il modello di prestazione dello sport in generale e può farlo attraverso l'analisi della letteratura scientifica e delle gare di quel determinato sport, ma soprattutto il modello di prestazione a cui il tecnico, l'allenatore, intende avvicinare, far aderire la squadra o il singolo atleta. Questo è molto importante, infatti:


1) L'atleta deve essere in grado di applicare il modello tattico e la strategia di gara concordati con l'allenatore. Per poterlo fare ha bisogno di...

2) Avere le competenze tecniche che gli sono richieste dal modello tattico/strategico. Queste a loro volta necessitano di...

3) Capacità condizionali come forza, velocità e mobilità per poter eseguire questi movimenti in forma efficace. Ed in fine, per poter sostenere a lungo la ripetizione di questi movimenti deve..

4) Avere la migliore resistenza specifica, quindi una buona forma di efficienza metabolica.


Da questa "lista" mi viene da fare un paio di considerazioni:

  • Le capacità condizionali sono secondarie alle abilità tecnico/motorie (quest'ultime vanno di pari passo, ma ci vorrebbe un articolo a parte), ma le sostengono e rendono possibili quei movimenti specifici richiesti dallo sport, sia esso ciclico (corsa, ciclismo, canoa, nuoto, ecc) oppure di situazione (calcio, tennis, lotta, sci, ecc) ed espressivo (danza sportiva, ginnastica artistica/ritmica, pattinaggio di figura, ecc);

  • Qualità come la forza, la velocità e la mobilità sono primarie rispetto alla resistenza specifica. Senza di essa sicuramente non potrebbero perdurare a lungo le espressioni di forza e velocità che ogni movimento sportivo (e non solo) richiede;

  • Nello sviluppo del giovane atleta dovrebbero trovare spazio principalmente lo sviluppo delle abilità motorie generali (prima ancora di quelle tecniche) e la forza, la mobilità e la velocità, lasciando in secondo piano la resistenza specifica, che come dice la parola stessa, si allenerà eseguendo in forma ripetuta i movimenti specifici;

  • Senza resistenza la prestazione non potrà avere buoni livelli a lungo, andando a decadere l'efficacia del gesto (poca forza e poca velocità), quindi l'atleta non sarà in grado di essere funzionale alla strategia ed alla tattica di gara (sia esso atleta individuale o parte di una squadra.

Si erano forse più di un paio di considerazioni, ma se ne potrebbero fare tante e tante altre.

Ad esempio, parlando di quello che mi è più vicino per esperienza personale, in molti sport di endurance si trascura l'allenamento delle capacità condizionali di forza, velocità e mobilità considerando preponderante l'efficenza del gesto rispetto all'efficacia ed anche quando lo si fa, si tende a far prevalere la velocità (poco) e la resistenza (molto), rispetto alla forza.


Sarebbe opportuno partire dall'allenare la forza e la mobilità, che consentiranno di fare un gesto più efficace e più ampio (oltre che con minor rischio di infortunio). Poi avendo dei buoni livelli di forza, unendoci della buona velocità si potrà sviluppare un'ottima potenza, che in fin dei conti è quello che fa vincere le gare in queste particolari competizioni. Ovviamente la resistenza non va abbandonata, ma allenata come mezzo per poter sostenere quei livelli di potenza più a lungo, non come fine.


Poi naturalmente la tecnica dello sport (ad esempio la tecnica di corsa) e la cura dei movimenti specifici sono molto importanti, anzi fondamentali, così come preparare una strategia di gara, anche conoscendo i propri punti di forza e le debolezze, oltre che il percorso. Ma questa è un'altra storia, io sono un preparatore fisico.

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