Di definizioni di allenamento ce ne sono tante. La mia preferita è sicuramente quella di Pasquale Bellotti:
“L’allenamento sportivo è un processo pedagogico-educativo complesso, individualizzato e bioeticamente fondato, che si sviluppa in lunghi archi di tempo, possibilmente a partire dall’infanzia, e che – dopo una iniziale ed indispensabile fase di formazione e di iniziazione fisica e psichica – si completa con l’organizzazione sistematica dell’esercizio fisico, ripetuto in quantità, con intensità e densità, secondo forme e livelli di difficoltà e con gradi di efficacia tali da produrre carichi interni sempre diversificati ma progressivamente crescenti, che stimolino i processi biologici di aggiustamento, di adattamento e di supercompensazione del particolare organismo e favoriscano l’incremento delle capacità fisiche, psichiche, tecniche e tattiche di ciascun atleta, al fine di accrescerne, consolidarne ed esaltarne ragionevolmente il rendimento in competizione”
Mi pare che racchiuda tutto, l'avverbio "ragionevolmente" usato alla fine poi mi sembra la cosa migliore, non scontata.
L'allenamento è quindi una cosa che ha bisogno di tempo. Questo non vuol dire che una persona normale debba dedicare necessariamente tutto il suo tempo all'allenamento come può fare un atleta professionista, piuttosto deve porsi degli obiettivi che siano ragionevoli in base al tempo che può/vuole dedicare al miglioramento della propria forma fisica, sia che lo faccia per fini sportivi, di salute, estetici e semplice svago. E questa cosa non è per niente facile da fare, perché prevede di dover scendere a compromesso con la motivazione che ci spinge ad allenarci e la vita vera. Cosa che poi spesso porta alla rinuncia completa da parte della persona al movimento organizzato ed orientato al miglioramento fisico. Che peccato!
Chi si approccia all'allenamento per motivi sportivi, ad esempio correre una maratona, dovrà porsi un obiettivo cronometrico sensato in modo da potersi godere ogni singola uscita e la gara stessa, senza vivere la continua frustrazione di non riuscire a tenere il ritmo dell'amico che magari ha più tempo da dedicare all'allenamento e si applica da molti più anni, che può solo portare a smettere di correre, perdendo ogni possibile beneficio che da il praticare un'attività fisica di endurance all'aria aperta.
Chi dall'allenamento vuole miglioramenti estetici non dovrebbe aspirare ad un modello fisico visto sul suo feed di Instagram, al massimo ispirarsi e poi "accontentarsi" dei miglioramenti che è riuscito ad ottenere rispetto alla situazione di partenza, consapevole che i miglioramenti allo specchio rispecchiano dei miglioramenti a livello di salute e che abbandonare perché non si riesce ad ottenere tutto e subito vorrebbe dire perdere la possibilità di essere in una buona forma fisica.
Chi dall'allenamento vuole ottenere una forma fisica migliore per motivi di salute solitamente riesce a mantenere il suo impegno iniziale più a lungo perché i miglioramenti si sentono tendenzialmente subito. Non deve però cadere nell'errore di diventare incostante dopo i primi tempi in cui si è super motivati, perché i miglioramenti altrimenti possono vanificarsi velocemente, specie se si è avanti con l'età.
Il nostro corpo ha una incredibile capacità di adattarsi a quello che gli chiediamo di fare, dobbiamo solo avere la pazienza di lasciargli il tempo di farlo, così potrà ripagarci di ogni sforzo. Meglio fare poco spesso, cercando dei piccoli miglioramenti quotidiani, piuttosto che fare tanto, poco frequentemente ed in maniera incostante.
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